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Arola

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Lavoir   L'escursionista che attraversa Arola, cioè prende in prestito la via per Varallo, prima di uscire dal paese, a destra, scorge il lavatoio comunale.
Oggi è coperto di tegole, tre lati sono chiusi e vetriati affinché gli utenti siano al riparo dalle intemperie ma era diverso quando fu costruito.
 
Se quest'escursionista stanco dalla sua lunga camminata e dal caldo dell'estate, si ferma per riposarsi, potrà apprezzare la quiete di questo luogo dove solo si fa sentire lo sciabordio   Lavoir
dell'acqua chiara e fresca che scende dalla montagna.

Ma l'acqua corrente non è sempre stata presente ad Arola! Bisognerà aspettare fin dall'ottocento affinché gli Arolesi possano beneficiare dell'acqua potabile nel paese.
Ecco la sua storia !!
Il "Lavatoio di Arola"

Per secoli, gli Arolesi non beneficiavano di un'acqua di qualità, il villaggio possedeva alcune sorgenti ma, per loro uso quotidiano, gli abitanti attingevano soprattutto l'acqua nel torrente "Fissé" situato all'uscita del paese, in occasione dei temporali estivi quest'acqua diventava impropria alla consumazione.

Il Consiglio Comunale ...
Ecco perché, il 15 giugno 1833, consapevole della situazione, il sindaco di Arola Giuseppe Maria Perelli, convoca il Consiglio Comunale e chiede che nelle spese straordinarie dell'anno 1833 venga assegnata la somma di 200 lire per la costruzione d'una fontana che fungerà da lavatoio ma anche da riserva d'acqua pei giornalieri bisogni della popolazione. (cfr. documento).
 
PV Lavoir

Atto Consolare del 25 Giugno 1833
 

Atto Consolare
per la Costruzione di una nuova fontana
nel Comune d'Arola
coi Capitoli, Perizia e Tipo planimetrico.
25 Giugno 1833

L'anno del Signore 1833, il 25 del mese di Giugno, in Arola e nella solita sala comunale, giudizialmente avanti l'Illmo Sigr Agostino De Antoni, Castellano di questa Communità, dietro gli ordini del Sigr Sindaco locale e la deliberazione dei consiglieri comunali, si chiede;

 (...) Al Sigr "Misuratore" Giovanni Moroni di stabilire un progetto per la detta fontana o vasca coperta con un tetto, ma anche la relazione dovrà comprendere i dettagli dei materiali necessari alla sua edificazione.
In più:

1 - La formazione della fontana pubblica, per uso di questa popolazione, verrà fatta nel sito segnato in tipo sotto la lettera A.A.A.A.

2 - L'opera verrà appaltata a mente del generale Regolamente sotto l'esatta osservanza di tutto quanto resta espresso nella relazione del Sigr "Perito" Giovanni Moroni a cui resta unito il Tipo che servir deve per norme dell'appaltatore nell'esesuzione dei lavori.

3 - Dovrà l'appaltatore sottostare all'addempimento esatto dei Capitoli stati quivi formati, e dall'amministrazione Communale.

4 - Tutti i legni impiegati nella fabbricazione della detta fontana saranno tagliati nelli boschi Comunali nonostante le disposizioni del Regolamento forestale; e perchè si possa condurre sul luogo gli accorrenti materiali, saranno tenuti gli abitanti di questo luogo, come si pratica a prestarsi per una o due giornate per famiglia gratuitamente, rimanendo incaricato il Sigr Sindaco per l'esecuzione di questo articolo.

5 - Il presente atto verrà pubblicato con invite al pubblico di farvi le sue opposizioni pendente il termine di giorni otto successivi alla sua affissione (...)

 
 
Perizia delle spese ...

PV Lavoir Nel corso di questa seduta del Consiglio Comunale, il Sindaco di Arola, Giuseppe Perelli presentà il resoconto del 17 giugno 1833 in cui Giovanni Moroni "il Perito" dichiara, su richiesta dell'Amministrazione Comunale, essersi andato sul luogo della futura costruzione fin dal 30 maggio per definire i lavori e valutare il costo.

PV Lavoir

Viene in seguito la lunga lista dei lavori ad effettuare "Tenore della minuta di Stimazione" per un costo totale stimato di 346.17 Lire del Piemonte. (cfr. documento).

 
Alcuni dettagli sulla costituzione e le dimensioni del lavatoio...

La relazione da Giovanni Moroni "Tenore della minuta di Stimazione" consegnata al Consiglio Comunale ma anche il documento per l'asta pubblica del 23 luglio 1833 "Aviso d'Asta" (cfr. documento) permettono di conoscere la costituzione e le dimensioni dell'opera.

La costruzione, con tre lati aperti, era coperta d'un tetto di "piode" che sono delle ardesie spesse e grossolane, sostenuto con 6 pilastri quadrati alti di 4 1/2 Braccie sia 2,68m. (2)
Si componeva di due vasche indipendenti lastricate nel fondo affinché l'acqua rimanga pulita, una fungeva da lavatoio, l'altra di serbatoio d'acqua per gli Arolesi e le loro bestie, quest'ultima essendo più piccola, avevano per larghezza 1.7.3 Braccia (1,02m) e per lunghezza 6.7.9 Braccia (4,08m) e 4.7.5 Braccia (2,82m) per la più picola.
L'altezza fuori terra delle vasche era di 10 "Oncie" del Piemonte (1), cioè 4,958 X 10 =49,58cm, una tra loro aveva la cima dei lati coperta di lastre inclinate verso l'acqua di uno spessore di 2 "Oncie" (9,9cm), più comodo per lavare la biancheria.
 
  PV Lavoir

Fotografia scatata nel 1960
 
 
Le vasche erano affiancate con un cammino lastricato d'una larghezza di 8 "Oncie" (4,958 X 8=39,66 cm) che permette alle lavandai di inginocchiarsi quando lavavano, perché a quest'epoca la lavanderia si effettuava a ginocchio.

Ogni vasca aveva una porta chiusa con un lucchetto che si apriva quando si trattava di pulirli, era il lavoro del "Servente Comunale" (3) che doveva farlo almeno una volta alla settimana.

L'acqua della fontana veniva dalla "Roggia", che conduce l'acqua al villaggio, tramite un canale in pietra di 4 Oncie (0,24m) munito d'una botola per modulare il prelievo dell'acqua secondo le necessità o le circostanze del paese.

(1) - Oncia: unità di lunghezza che vale nel Piemonte 4.958 cm     (2) - 1 braccio=12 oncie=59,5 cm     (3) - La guardia campestre

 
Clausole per l'appalto delle opere per la costruzione ...

In occasione di questa seduta, il consiglio comunale definisce le clausole per l'appalto dei lavori di costruzione del lavatoio, che si ritrovano nel verbale "Capitoli da osservarsi nell'appalto delle opere per la costruzione della Fontana", che sono in otto. (cfr. documento).
 
 

Capitoli
Da osservarsi nell'appalto delle opere per
la costruzione della Fontana
pubblica del Comune d'Arola

I - Non sarà ammesso all'appalto che persona dell'Arte, dovendo presentare idonea sigurtà solidale benevisa all'Amministrazione.

II - I lavori dovrano essere fatti con tutta solidità ed esattezza, attenendosi alla relazione Moroni, ed al Tipo per la precisione della Opere.

III - L'Asta verrà aperta sul peritato prezzo di L 346,17 e la diminuzione (1) negli incanti non potrà esser meno di L 2. per ogni volta.

IV - Il pezzo risultante dal deliberamento verrà pagato in tre rate, una principiata l'opera, la seconda ad opera terminata e collandata e l'ultima fra tutto il 1834. Il collandatore sarà scelto dall'Amministrazione Comunale.

V - Il tempo presisso per l'ultimazione dei lavori sarà di due mesi successivi alla notificazione dell'approvazione definitiva del contratto.

VI - Le spese della Relazione di Perizia, Tipo, collandazione, e le altre tutte degli atti a mente della Circolare dell'Intendenza Generale di Novara in date delli 12 marzo 1833 sono a carico dell'appaltatore, il quale dovrà depositarle all'atto del deliberamento.

VII - Sarà ammessibile il ribasso della Sesta, o mezza Sesta nel termine di giorni dieci successivi al deliberamento, rimanendo obbigato il nuovo offerente al deposito delle spese con restituirgli al primo deliberatario la somma depositata.

VIII - Il contrato non potrà attenere il suo effetto se non dopo l'approvazione dell'Intendenza Generale di Novara.

(1) - Si tratta di un'asta con offerte decrescente

 

Aste e aggiudicazione ...

 


Il lavatoio oggi
Alcuni giorni prima della vendita, che si svolge il 8 agosto 1833, un aviso d'asta è promulgato nei comuni vicini (Orta, Pettenasco e Boletto) trasmessi dai "Servienti Comunali" alla popolazione di ogni paese. (cfr. documento).

Si tratta di un'asta con offerte decrescente detta "alla candela". Delle candele sono accese successivamente che bruciano ciascuna per 20 a 30 secondi durante le quale le offerte sono aperte; se dopo 3 candele successive nessun'offerta è presentata, l'aggiudicazione è attribuita all'ultimo offerente.

Il resoconto "Atto Consolare per l'Incanto e deliberamento per l'appalto" ci dice che l'asta ebbe luogo ad Arola il 8 agosto 1833 di mattina nella sala comunale, di fronte al "Castellano" Agostino De Antoni e il Consiglio comunale.
 

La presa d'acqua del rio Fissè per la Roggia
Occorreranno 2 candele e 6 offerte affinché l'aggiudicazione sia attribuita a Masoni Gottardo di fu Carlo per la somma di 334 Lire. (cfr. documento)

Ma il 15 agosto, nell'ambito della clausola detta "Sesta o mezza Sesta" come è definita nei "Capitoli da osservarsi nell'appalto", Bartolomeo Rossetti fu Pietro, che non ha potuto assistere all'aggiudicazione, fa una offerta d'un dodicesimo più bassa che quella precedentemente assegnata cioè la somma di 310.10 Lire. (cfr. documento)

In seguito a questa dichiarazione, nella sala comunale in presenza delle stesse autorità, una seconda asta (aperta sul prezzo di 310 lire) viene effettuata il 2 settembre preceduta d'un avviso d'asta nei villaggi di Orta, Cesara, Artò e Pella. Una sola candela e sei offerte saranno sufficiente per assegnare definitivamente l'opera a Bartolomeo Rossetti per un prezzo di 278 lire. (cfr. documento)
Senza opposizione motivata né lamentela del comune per un qualsiasi ritardo nei lavori, sembra dunque che il lavatoio sia costruito entro i termini previsti ed inaugurato fine 1833.
Le 4 Fontane di Arola

Certo, il lavatoio comunale, costruito all'uscita del paese, era un progresso per i giornalieri bisogni degli Arolesi, ma l'acqua potabile non arrivava nel centro del paese ed era sempre soggetta alle intemperie.
Il Comune, invitato più volte dalle competenti autorità a provvedersi d'una rete d'acqua potabile, scusavasi dicendo che i suoi abitanti avevano sempre vissuto così e non avevano i fondi per assumere tale spesa.
Occorsero aspetare 60 anni e l'arrivo, da poco tempo ad Arola, d'un giovane sacerdote Don Enrico VIOLINO affinché noti questa necessità e scrivi nel suo resoconto sulle Fontane Pubbliche nel 6 febbraio 1897: (cfr. documento)

   
... " In Arola, borgo di numerosa popolazione, mancava l'acqua potabile: si aveva già per troppo buona a tutti gli usi, anche per bere, l'acqua, che, derivata dal torrentello Fissè e condotta per una gora scoperta e fiancheggiante la strada comunale (1), si può dire lo scolo di tutte le sozzure, e, sempre sporca, diventa poi torbida in occasione dei temporali estivi. "...

(1) - La via per Varallo

 
Nonostante la reticenza d'una parte della popolazione, il 24 febbraio 1895 dell'altare della chiesa parrocchiale di Arola, Don Violino propone ai paesani di costruire una rete d'acqua potabile per alimentare 4 fontane nel villaggio, ecco ciò che scrive nello stesso resoconto: (cfr. documento).

   
... " Il 24 febbraio 1895, dall'altare, vi parlai del bisogno di provvedere l'acqua potabile, vi proposi di sopperire alle spese con oblazioni private e mi dichiarai disposto a studiare un progetto e a dirigere il lavoro che voi avreste fatto gratuitamente. (..)

Tuttavia trovai subito l'acqua potabile, metà donata e metà venduta, e prima di novembre potei ragranellare L. 837. Benché questa somma non sia sufficiente, mi azzardai ad ordinare i tubi di piombo con accessori, che dovevano importare la spesa di circa L. 1450. (..)

Si cominciarono i lavori negli ultimi giorni di ottobre 1895. (..) Con facoltà avuta da Mons. Vescovo, si lavorava anche nei giorni festivi. Nello spazio di due mesi si costruirono i due casotti serbatoi, si fece lo scavo lungo 1025 metri, e si posarono i tubi di piombo, di modo che, si potè già mangiare il manzo natalizio fatto cuocere con l'acqua potabile che zampillava nel borgo.

Dopo il Natale si proseguì il lavoro, e nel gennaio 1896 si finirono tutte le opere più necessarie. (..)

Le quattro fontane, in cui fu divisa l'acqua nel borgo, le ho poste dove ora si trovano, cioè una sul muro del lavatoio Pescarolo, la seconda sulla piazzetta del Centro, la terza sul Cantone, e la quarta presso la Chiesa parrocchiale. (..)

Quando si ebbe l'acqua in paese, le oblazioni poco per volta crebbero di numero e di valore, di modo che si pagarono tutte le spese in L. 1719,70. e si ebbe ancora un avanzo di L. 65,20 (1), questo avanzo, depositato su libretto postale, potrà servire per le eventuali reparazioni."...

(1) - Oltre alle oblazioni, i 340 abitanti che parteciparono alla costruzione delle fontane offriranno 1023 giorni di lavoro gratuite.

 
 

 

Fontana piazza del centro
datata 1896


Fontana via Cantone
 


Fontana piazza del paese
 


Fontana presso la Chiesa
 
 
 
In seguito, di proprietà del sig. Alfonso Gamba, una rete idrica privata di distribuzione fu creata per l'alimentazione in acqua potabile delle abitazioni nel paese. Il comune avente una quantità di acqua esuberante per le fontane, e la rete privata che non disponeva d'una quantità sufficiente per ingrandirsi, una convenzione fu firmata tra il Comune e il sig. Gamba affiché l'eccesso di acqua comunale sia versato nella rete privata in cambio di una percentuale sugli introiti dell'acquedotto privato.
La rete attuale fu interamente rifatta negli anni 80 con la captazione di nuove sorgenti e la costruzione di un nuovo bacino.

Una storia d'acqua

 
La Fabrica nel 1970
  Se il nostro escursionista prosegue il suo cammino, dopo essersi riposato un momento all'ombra del lavatoio, all'uscita del paese, a destra, vedrà quest'imponente costruzione oggi disabilitata conosciuta da tutto gli Arolesi come "La Fabbrica".

Quest'edificio, costruito sul finire dell'Ottocento da Gaetano Masoni, era prima una vecchia torneria di legno che nel 1920 fu ceduta ai signori Vittoni che continuarono l'attività ma, grazie alla forza del torrente "Fisse", trasformarono una parte dell'edificio a centrale elettrica che riforniva tutto il villaggio.

Ma oggi nessuno si ricorda che la "Fabbrica" fu costruita sui resti d'un vecchio laboratorio, una fabbrica di chiodi, edificata 50 anni prima!!

Ecco la storia di questo laboratorio ma soprattutto le delusioni del suo proprietario Bartolomeo Rossetti. (cfr. documento).
 
Il 21 marzo 1840, il consiglio comunale di Arola ordina a Bartolomeo Rossetti di rimettere a posto il letto del fiume della "Pista, cioè il torrente "Fissé" e di ritirare il canale di derivazione dell'acqua in favore della sua fabbrica di chiodi (Brocchieria).



  .... Per la presente mandiamo allo stesso Bartolomeo Rossetti di Francesco, di fare la minima estrazione d'acqua dal fiume della Pista, tanto per uso di Brocchieria che di rodiggio, e ritirare ogni canale e quant'altro trovasi nel letto di tale fiume....
 
Infatti l'amministrazione comunale accusa il detto Rossetti nel dicembre 1839:

  .... Nonostante il rifiuto del suo progetto, senza la devuta autorisazione e senza alcun legittimo dirito, d'avere derivata, nello spazio tra il Canetto ed il prato posto pochi metri al diritto, l'acqua di questo torrente Fissè necessaria alla popolazione, per l'uso di una fucina per fabbricare piletti, nonche per far girare una ruote per molare i ferri da taglio. ....
 

Il 14 marzo 1843, Bartolomeo Rossetti compare davanti la Regia Camera dei Conti di Torino:

  .... Abbiamo ammesso il ricorrente Bartolomeo Rossetti al beneficio dell'indulto per ogni pena pecuniaria o correzionale salvo in ordine alla multa e al pagamento delle spese processuali e con che faccia atto di sottomissione davanti il Guidice del suo domicilio, di {..} all'avvenire da ogni contravenzione alle leggi, e di conformarsi inaltre al prescritto dell'Ordinanza dell' Officio d'Intendenza Generale in data 21 maggio 1840 in quanto riguarda la riduzione delle cose nel primiero stato, di quale atto di sottomissione, nonche delle presenti ne dovrà fare sede avanti il Tribunale di prefettura e l'Ufficio d'Intendenza generale di Novarra entro trenta giorni dalla data d'oggi. ....
 
In seguito alla decisione di giustizia, Bartolomeo Rossetti si conformerà alla legge e così potrà proseguire la sua attività; il suo nipote, Pietro Anselmo Rossetti venderà il laboratorio alla fine del Ottocento a Gaetano Masoni che costruirà l'edificio che conosciamo oggi.

 

Alzarsi presto per andare a prendere l'acqua alla fonte era un compito quotidiano e ingrato... e da ripetere più volte al giorno.

L'acqua in casa dev'essere stata una delle cose che ha fatto più felici le donne di ogni luogo.
 

 
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