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![]() San Giulio |
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| San Giulio e San Giuliano, il cristianesimo sul lago d'Orta. |
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| L'Editto di Costantino il Grande, imperatore dell'Impero Romano, promulgato in Milano nel 313 d.C., concedeva il libero culto della religione cristiana, vittoriosa nella lotta contro il paganesimo che durava più di tre secoli, e allo stesso tempo affermava la libertà delle religioni nell'Impero. |
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Mentre il paganesimo viveva i suoi ultimi giorni di vita, anche nelle più remote regioni dell'Impero romano, sorgevano templi e santuari cristiani dove si venerava ancora Giove Latino, successore dell'antica divinità dei popoli celtici, il dio Pennino.(*) Il culto delle divinità pagane esisteva sicuramente nella regione del Cusio come quello di Mercurio che veniva venerato nella parte bassa del Lago Maggiore. La diffusione del cristianesimo si diffonde sul Lago Maggiore, sul Lago d'Orta e nella Valle dell'Ossola colla venuta di San Giulio e San Giuliano, ma " Il culto cristiano era già praticato sulla riviera alla venuta dei due Santi "? Sembra che questa nuova religione fosse portata nella Gallia Cisalpina a partire del primo secolo da San Barnaba, uno dei discepoli di Cristo e collaboratore degli evangelisti San Marco e San Paolo, che evangelizzò Novara, e San Siro d'Aquila, che tre secoli dopo diffuso il cristianesimo a Pavia e nel suo territorio. È probabile che la Riviera d'Orta abbia veduto l'introduzione del culto cristiano prima di San Giulio e San Giuliano, anche se il nuovo culto non era ancora pubblicamente onorato con chiese e altari. |
![]() Dio celtico "Pennino" |
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(*) Assimilazione a Giove Latino della divinità celtica locale nelle Alpi: "Pennini" ( dal celtico "pen": cima ) |
| Fonti storiche |
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Della vita di San Giulio sappiamo poco, se non che fu l'evangelizzatore dell'alto novarese insieme al fratello Giuliano. Le fonti, che abbiamo, provengono da leggende poco credibili; in particolare, i miracoli attribuiti a San Giulio collegati alla storia del cristianesimo primitivo sulla Riviera d'Orta o molto tardi, tratti da antichi manoscritti conservati sia nell'archivio della chiesa collegiata dell'isola di San Giulio, sia in quello della Cattedrale San Gaudenzio di Novara. Tutti questi documenti furono riuniti e pubblicati nel 1749 con il titolo : "Vita auctore anonymo ex codice M. S. Carthusiae Coloniensis descripta a Joanne Gamancio, Soc. Jesu".(*) Pero, l'autore di questa preziosa compilazione è sconosciuto. Molti storici hanno discusso sul presunto autore e sull'epoca della sua realizzazione, ma in base all'analisi del vocabolario, sembra che sia stata compilata tra il VI e il VII secolo. |
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(*) "Vita", autore anonimo, tratta da un manoscritto della Certosa di Colonia, trascritto da Joanne Gamancio della Compagnia di Gesù." |
| Nascita e infanzia dei due fratelli, San Giulio e San Giuliano |
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![]() Madonna col Bambino e San Giulio |
San Giulio e san Giuliano sarebbero nati verso la metà del IV secolo in un'isola greca dell'Arcipelago del Peloponneso chiamata dai greci e romani : Mirmidonia, che oggi porta il nome di isola "Egina" La tradizione vuole che appartenessero a una ricca e nobile famiglia cristiana e che avrebbero studiato nelle famose scuole di Atene ascoltando i più illutri maestri dell'epoca, Hymecius, Enbolius et Protarius, che avevano insegnato a San Gregorio di Nazianzo, a Sant'Epifanio di Selencia e a San Basilio il Grande. Crebbero nella fede cristiana e decisero di consacrarsi al Signore in una vita missionaria, San Giulio viene ordinato sacerdote mentre suo fratello diacono. Avevano appena cominciato a svolgere la loro missione quando si scatenò la persecuzione degli «ariani» (*) secondo i quali non vi era eguaglianza tra le tre Personne della Santa Trinità poiché il Figlio era stato creato dal Padre. Costretti a emigrare, sbarcarono dopo un viaggio avventuroso sulle coste dell'Istria da dove s'incamminarono verso Milano. I santi fratelli essendosi proposti la difficile missione di evangelizzare quelle regioni, ottennero da Teodosio 1°, detto il Grande (346-395), nominato imperatore d'Oriente e Occidente, un décreto imperiale col quale si comandava sotto pena di morte, a tutti i governatori, di obbedire ai due Fratelli e porgere loro protezione ed aiuto senza indugio e limitazione |
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Verso l'anno 383 iniziarono pubblicamente il loro viaggio di evangelizzazione. Giunsero dapprima a Roma stabilendosi in una località a cinque chilometri dalla città, detta "Aquae Salviae" e oggi nota come "Tre Fontane", nel monastero di San Vincenzo e Sant'Anastasio, particolarmente cara ai Greci perché vi era stato martirizzato San Paolo. Compirono molti miracoli e guarigioni, meritandosi la fama di taumaturghi. Poi percorsero tutto il Lazio erigendovi basiliche, dedicando altari, battezzando migliaia di convertiti. (*) L'arianesimo è una dottrina di Arius, un teologo dell'inizio del IV secolo, che credeva che Gesù Cristo fosse il Figlio di Dio, creato da Dio Padre in un determinato momento, una creatura distinta dal Padre e quindi a lui subordinata. Il Vangelo sulla Riviera. Partirono quindi da Roma dirigendosi verso le Alpi fino al Piemonte nel 385, giungendo sulla Riviera d'Orta nel 388. Si crede che i due Santi che siano passati per il basso Verbano, dove ad Angera San Giulio avrebbe fatto distruggere il tempio di Minerva e le terme costruite da Enea Ferentino, erigendovi una chiesa, le cui rovine erano ancora visibili al tempo del vescovo Carlo Bescapé (1550-1615) |
![]() San Giuliano |
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Si ritiene anche che siano passati prima dalla montagna, provenendo dal Lago Maggiore perché la tradizione vuole che abbiano innalzato prima le chiese, oggi parrocchiali, di Armeno e di Ameno. Giunti a Gaudanum, l'attuale Gozzano, un borgo antichissimo, iniziarono, con la collaborazione degli abitanti, una nuova chiesa che sarà dedicata nel 1141 a San Lorenzo martire, " la novantanovesima ", che ancora oggi si conserva in parte nell'antica struttura. Lì, si narra che siano avvenuti diversi miracoli attribuiti a San Giulio. È certo che San Giulio ebbe parte più importante nelle credenze e nelle leggende degli abitanti della regione del Cusio rispetto a quella di suo fratello. A Brebbia cominciò a riattaccare il pollice di un falegname che si era accidentalmente tagliato con la scure, come narra uno degli affreschi della Trinità che risalgono al XV secolo e sono conservati nella navata sinistra della basilica di San Giulio d'Orta Si narra anche che un carro, tirato da due buoi, trasportava materiali per la costruzione della chiesa San Lorenzo, quando un lupo usci dal bosco e si avvento ad uno dei buoi e lo uccise per divorarlo. Alla grida dei bovari i santi fratelli intervennero e San Giulio comando al lupo, in nome del Signore, di aggiogarsi al carro al poste del bue ucciso. E, miracolo! Il lupo ubbidì e continuo a lavorare per la costruzione del tempio. Un quadro nella basilica dell'isola raffigura la scena. |
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Un altro giorno, mentre dei contadini passavano davanti alla chiesa in costruzione con un carro, temendo di essere trattenuti per aiutare al trasporto dei materiali, decisero di ingannare i due santi.
Uno di loro si distese sul carro, fingendosi morto, mentre i suoi compagni lo tiravano in lacrime e singhiozzando.
San Giulio capì l'inganno e si avvicinò per chiedere loro perché, per fuggire così poca fatica, fingevano una così grande finzione.
Quando risposero all'uomo di Dio che non mentivano, il santo disse : « Sia dunque seconde le vostre parole. ». Dopo breve cammino fuori di Gozzano i contadini chiamarono il compagno e lo scossero ma quello era morto davvero. Queste ed altre leggende sono ripetute da secoli. ![]() i buoi e il lupo Il pollice del falegname Il Santo cammina sull'acqua Morte del contadino |
![]() Martirio di San Lorenzo. |
San Giulio all'isola. |
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![]() San Giulio e i serpenti |
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" Vi ordino nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo di allontanarvi da questo luogo e di lasciarlo a me, servo di Cristo, affichè possa vi habitare e,
nel nome del Signore, vi costruisca una chiesa dedicata ai dodici apostoli ". E quelle si gettarono nel lago per scomparire per sempre. È certo pero che le chiese attribuite dagli abitanti a San Giulio o a San Giuliano, nella regione del Cusio, non dovevano essere vere chiese ma piuttosto semplici altari o piccoli templi. |
Morte di San Giuliano. |
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| Costruita la chiesa di Gozzano, San Giulio recarvisi per consacrare l'edificio, lì dove il fratello aveva preparato il proprio sepolcro tutto scavato in pietra e che oggi ancora è conservato. San Giuliano morì in quel periodo, assistito dal fratello, e il suo corpo fu deposto nel sepolcro il 7 gennaio 391, il santo avendo vissuto 62 anni. Veneratissimo dai fedeli vi rimasse fino al 1360 quando suo corpo fu trasferito sotto l'altare maggiore della chiesa del Castello: la "Basilica San Giuliano" di Gozzano". |
Chiesa di San Lorenzo. |
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![]() Chiesa San Lorenzo |
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![]() Chiesa San Lorenzo - Sepoltura di San Giuliano |
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La Visita del Senatore Audenzio. |
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Poco dopo la morte del fratello, San Giulio tornò sull'isola dove, secondo la tradizione, avrebbe vissuto in una piccola casa presso la basilica. In seguito, il cavaliere e senatore romano Audenzio, che era stato nominato governatore di quelle terre dall'imperatore, arrivò sull'isola, dove la basilica era ormai completata, e visitò San Giulio, offrendogli aiuto e protezione. Dopo breve tempo Audenzio parti per Milano dove mori a 32 anni. I famigliari, non avendo potuto trovare un sepolcro, portarono il corpo nell'isola dove San Giulio aveva prima predetto che sarebbe ritornato, e dove ( essendo già morto il santo ), Sant'Elia suo successore, lo seppellì accanto a lui. |
Sant'Elia, la morte di San Giulio. |
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![]() San Giulio e Sant'Elia |
La storia popolare racconta che Sant'Elia, vescovo di Sion nel Vallese, spinto dalla fama dell'evangelizzatore della Riviera o delle persecuzioni degli « ariani » in Svizzera,
sia venuto nell'isola per cercarvi rifugio insieme al clero. Il 31 gennaio 393 (o 400), San Giulio mori. Sant'Elia disse l'elogio funebre e depose il corpo del Santo nel sepolcro nel presbitero presso la basilica nell'isola, dove riposerà dopo quello di Audenzio, poi quelli di Sant'Elia, di San Demetrio, di San filiberto e di Filacrio, undicesimo vescovo di Novara. Prima del 1697 si vedeva dietro l'altare maggiore della basilica un cenotafio, poco elevato dal suole dove si presumeva fosse sepolto San Giulio. |
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Il 4 ottobre 1697, il vescovo G. Battista Visconti fece riesumare il corpo e solennemente lo fece deporre nella sotterranea cappella. Le ossa di San Giulio furono riunite il 17 marzo 1748, il corpo rivestito degli abiti sacerdotali è riposto in uno scurolo, scavato sotto l'altare maggiore in una ricchissima cassa di cristallo fregiata di ornamenti e lavori in argento. L'altare maggiore, che si dovette smontare per la prima escavazione fu eretto di nuovo di marmo bianco e nero. In un'altra urna di marmo, la quale serve di tavolo all'altare dello scurolo, furono riposti i corpi degli altri santi sepolti nella basilica dell'isola, in distinte cassette coi loro nomi incisi in lastre d'ottone dorate. Dietro all'altare dello scurolo fu collocata le seguente iscrizione incisa nel marmo: |
![]() Spolia di San Giulio |
![]() Stele incisa |
CORPORA SANCTORUM |
CORPO DEI SANTI |
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Sull'isola di San Giulio esisteva un Collegio di canonici che forse sarebbe stato istituito da Sant'Elia. Questo Collegio aveva sede presso la basilica e i canonici si recavano nelle terre circostanti per il culto e l'amministrazione dei sacramenti. La cura della Riviera d'Orta doveva avere certamente sede nell'isola dove era la fonte battesimale ed era da lì che le chiese della Riviera ricevevano i sacri olii, come " pieve " ( parrocchia principale ), la cura rappresentava il cuore della cristianità, e le chiese circostanti, anche lontane, ne dipendevano spiritualmente. L'isola di San Giulio era anche frequentata dagli abitanti del Vallese, che vi venivano numerosi, fin dai primi secoli del Medioevo, per venerarvi le spoglie di Sant' Elia. |
L'isola San Giulio, la basilica, il "castrum" |
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![]() Isola San Giulio nel XXI° secolo |
L'isola San Giulio oggi.. Veduta aerea, in cui si individua la disposizione degli edifici, la basilica, il seminario lungo la via anulare. |
![]() La basilica di San Giulio nel au XI secolo |
Gli scavi acheologici condotti all'interno della basilica dell'Isola San Giulio hanno evidenziato le tracce di una primitiva chiesa (fine V-VI secolo) in forma di una picola cappella con un'unica abside,
orientata verso nord, si tratta dei resti della chiesa romanica, fondata secondo la tradizione da San Giulio intorno al 390. Un secolo dopo venne edificata dai vescovi di Novara, Vittore e Onorato, una nuova chiesa, ancora con un'unica abside. Nel 962, completamente distrutta durante l'assedio dell'isola di San Giulio dalle forze imperiali di Ottone I, dove si era rifugiata (nel castello) la regina Willa, moglie del re longobardo "Berengario", la basilica, di nuovo, fu ricostruita nella seconda metà del XI secolo. |
![]() Mappa dell'isola San Giulio. |
Sulla mappa del Catastro Rabbini (1864), si può notare la presenza dei resti di costruzioni medievali nel tessuto urbano dell'isola San Giulio. 1- Basilica primitiva 2- Torre del castello (Castrum) 3- Recinta del Castrum 4- Luogo del patibolo 5- ?? 6- Luogo del rinvenimento di sarcofagi nel 1688 P- Portali e paramenti murari bassomedievali |
![]() L'Isola San Giulio nell seicento |
Stampa acquerellata ricavata dell'incisione in rame di J. Ozeni da Soriso. Disegno del Sacro Monte di San Francesco d'Orta e dell'isola San Giulio 1624. Sono in evidenza il "Castrum" in cima all'isola e, ai piedi dello sperone roccioso, una parte dell'insediamento sulla riva occidentale. |
![]() Stampa nel 1841, l'isola San Giulio, prima della costruzione del seminario... quando c'era ancora il castello. |
Nel 1848, il castello (Castrum), allora in rovina, fu distrutto per far posto al seminario. |
![]() La basilica di San Giulio oggi |
Successivamente rimaneggiato nei secoli XVII, XVIII e XIX, è oggi un edificio con tre absidi e un transetto sormontato da una lanterna ortogonale. Nel 1697 la cripta fu costruita per accogliere i resti di San Giulio e di altri santi trovati negli scavi interni. |
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