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I paramenti sacri

 
I paramenti (dal latino parare che significa "preparare") sono tutti le vesti, copricapi, tende e ornamenti che vengono utilizzati durante le celebrazioni liturgiche cristiane dal ministro o dai ministri che presiedono la celebrazione o che realizzano un servizio liturgico... A volte è incluso anche l’oreficeria sacra.
Prima della riforma liturgica avviata dal concilio Vaticano II si diceva "Paramenti Sacri", oggi si parla di "Paramenti Liturgici".

Alcuni dei paramenti liturgici sono nei colori del periodo dell'anno liturgico o della particolare celebrazione.

I paramenti liturgici, essendo utilizzati tipicamente durante la liturgia, si differenziano normalmente dagli abiti particolari indossati dal clero (diaconi, sacerdoti, vescovi) o dai religiosi per sottolineare il loro status particolare, il fatto che non siano portati nella vita ordinaria conferisce loro un carattere cultuale e aiutano al momento della celebrazione del culto.

 
 
Cenni storici

Le vesti usate dai ministri sacri nelle celebrazioni liturgiche sono derivate dalle antiche vesti civili greche e romane. Nei primi secoli, l’abito delle persone di un certo livello sociale è stato adottato anche per il culto cristiano e questa prassi si è mantenuta nella Chiesa durante l'antichità, i ministri sacri portavano le vesti migliori, con tutta probabilità riservate per tale occasione.

Mentre nell’antichità cristiana le vesti liturgiche si sono distinte da quelle civili non in ragione della loro forma particolare, ma per la qualità della stoffa e per il loro decoro, nel corso delle invasioni barbariche i costumi e, con essi, gli abiti di nuovi popoli sono stati introdotti in Occidente e hanno apportato cambiamenti nella moda profana.
Invece, la Chiesa ha mantenuto le vesti usate dal clero nel culto pubblico, così si è differenziato l’uso civile delle vesti da quello liturgico.

Dopo il XII secolo, le vesti si svilupperanno maggiormente in forme e decorazioni nuove, adattandosi all'arte occidentale, ma sarà il "Concilio di Trento" (1545-1563) che porterà molti cambiamenti all'interno della Chiesa.


Borsa

In seguito alle disposizioni emanate dal concilio, nel 1577, Carlo Borromeo, allora arcivescovo di Milano, pubblica nelle "Instructiones Fabricae et supellectilis ecclesiasticae", un testo che assieme ai canoni del Concilio, dà le disposizioni atte a conservare e tenere in ordine chiese, arredi e paramenti sacri, dà anche precise disposizione per la loro correta conservazione.
Parla del numero, della forma dei paramenti, dei colori liturgici (bianco, rosso, viola, verde e nero), ma anche della richiesta della seta come materiale da impiegare nella confezione dei paramenti più preziosi.


Carlo Borromeo scrive a proposito dell’alba o camice sacerdotale:

Alba o camice
sacerdotale
 
 
... " L'alba sarà di tela bianca e fine, quella più preziosa di tela ancora più fine. Lunga quattro "cubiti" (1,80m), […] scenderà fino ai piedi. Nella parte inferiore avrà una circonferenza di quattro "cubiti" (1,80m) e oltre. […] Sarà ricamata con molta semplicità, solo alle estremità delle maniche e al bordo superiore presenterà qualche ricamo un po' più elaborato. […] Ove si usino albe senza fregi d'oro o bande, esse misureranno nella parte inferiore sedici "cubiti" (7,20m) di circonferenza, saranno cioè un po' più larghe e lunghe delle altre, in modo che, ben drappeggiate attorno ai fianchi, si ornino di belle pieghe. " ...

 
 
A partire dal XIX sec. si cerca di semplificare gli abiti sacri, ormai divenuti dei capolavori dell’arte tessile e del ricamo. Il Concilio Vaticano II (1961-1965) e la sessione "Sacrosanctum Concilum" che riguarda la liturgia, il rinnovamento e la semplificazione dei riti propongono soluzioni per ridare alle vesti liturgiche una forma più conforme a quella originaria, eliminando alcuni abiti e rendendo facoltativi altri.
I colori liturgici e i loro significati
Nella Chiesa cattolica di rito latino, il coloro dai paramenti indossati dai ministri sacri è un elemento simbolico utilizzato nel cristianismo per esprimere il significato spirituale dei riti e delle celebrazioni nei tempi liturgici.

Nel "Ordinamento generale del Messale Romano", sotto l'egida di Papa Paolo VI nel 1962 è scritto:

 
 
[..] La differenza dei colori nelle vesti sacre ha lo scopo di esprimere, anche con mezzi esterni, la caratteristica particolare dei misteri della fede che vengono celebrati e il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico  [..]

 

Nella Cristianità primitiva, l’abito indossato dai ministri sacri durante le celebrazioni domenicali era semplicemente una tunica di lino, più raramente di lana, di colore bianco, il colore cristologico per eccellenza che ricorda la purezza, l’innocenza.



I colori liturgici
  I primi riferimenti espliciti ad abiti liturgici colorati si hanno in epoca carolingia, a lungo i colori delle vesti furono rimessi alla sensibilità del celebrate, senza coerenza, in ogni caso, variarono molto da luogo a luogo.

Con il XII sec. notiamo una variazione cromatica nei tempi liturgici e ad attribuire un colore specifico alle vesti liturgiche per segnalare la qualità delle diverse celebrazioni; anche per compensare con la vista ciò che l’ udito non era più in grado di comprendere nella lingua latina ormai sconosciuta al popolo.


 


Poiché non c'era uniformità, Papa Innocenzo III (1160 – 1213) cerca di dare ai quattro colori fondamentali per la liturgia romana, il verde, il bianco, il nero e il rosso, una prima codificazione simbolica e strutturata, poi furono aggiunti il viola e il giallo oro, per quanto riguarda l’introduzione del blu nella liturgia come colore da utilizzare nelle feste mariane, sarà autorizzato solo nel Cinquecento (Concilio di Trento e Carlo Borromeo) nel Rito ambrosiano, rito largamente in uso nell'Arcidiocesi di Milano e nei territori del Ducato di Milano, du cui faceva parte Arola.

Dovremo aspettare 1969 e la riforma liturgica del Vaticano II, sotto l’egida di Paolo VI, affinché i colori in uso, che sono quelli indicati da Innocenzo III, siano codificati nel Rito romano; sono quattro: bianco, verde, rosso e viola. A questi colori se ne aggiungono altri, come il rosa, l’azzurro, l’oro e il nero (resta opzionale solo nelle Messe dei defunti), utilizzati nei paramenti liturgici solo in alcune occasioni particolari o come alternativa ai colori canonici. Ciascun colore indica visivamente il tempo liturgico in corso o la festa che se sta celebrando.

Esaminiamoli in particolare:

 
... Il bianco simboleggia la gioia e la purezza derivanti dalla Fede. È uno dei colori più ricorrenti nei paramenti liturgici che vengono utilizzati ogni giorno dai sacerdoti, a prescindere dal tempo liturgico e dalla festività in corso. È legato in particolare all’adorazione di Gesù e della Madonna, agli Uffici pasquali e natalizi, simboleggia anche il Cristo risorto. Talvolta si utilizza anche per i funerali dei bambini, in segno della loro purezza.

 
... Il verde, colore della serenità, simbolo della speranza, ma anche quello dei fedeli, è il colore che caratterizza maggiormente le celebrazioni dell'anno liturgico poiché viene usato quando non si celebra un particolare mistero di Cristo.

 
... Il rosso ricorda anzitutto la passione di Cristo, il sangue versato da Cristo e dai martiri, ma anche il fuoco dello Spirito Santo. Per questo viene utilizzato per i paramenti liturgici la domenica delle Palme, il Venerdì santo, a Pentecoste, nelle celebrazioni dedicate alla Passione del Signore, nelle feste degli Apostoli, degli evangelisti e dei Santi Martiri.

 
... Il viola richiama la penitenza, l’attesa e il lutto. Viene utilizzato in particolare durante l’Avvento e la Quaresima. I paramenti liturgici viola caratterizzano le Messe per i defunti, nelle quali possono essere sostituiti da paramenti di colore nero.

I paramenti liturgici di Arola

    Oggi, la parrocchia San Bartolomeo di Arola possiede un importante patrimonio di paramenti sacri antichi costituito, in maggior parte, di vestiti e biancheria liturgici: pianete, dalmatiche, alcuni piviali, camicie, un baldacchino processionale e un ombrellino, ma anche altri paramenti come candelabri, reliquie, tutti databili tra la fine del XVII e la prima metà del XX secolo.
La ricchezza del decoro dei tessuti e la qualità della tessitura, permettono di parlare di prodotti di alta qualità provenienti dalle principali manifatture italiane o europee portati ad Arola dai committenti, mercanti di seta, residenti o emigrati, fuori di Arola, come questi Arolesi, residenti a Pavia, che siglano con B.P. (Benefattori Pavia) opere da loro donate nel XVIII secolo (reliquie, candelieri, baldacchino) e che, nella stessa città, avevano fondato,

in seno alla "Confraternita della Santissima Vergine della Cintura", una cassa per raccogliere doni.

I numerosi inventari redatti nei secoli in occasione delle visite pastorali, in Arola, testimoniano di un’importante ricchezza di tessuti in seta e biancheria liturgica, che non corrisponde più al patrimonio attuale nella parrocchia che è costituito, principalmente, da paramenti acquisiti di recente e tecnicamente di una produzione meccanica e automatica del XX secolo.

Sola una minima parte di quest'antico patrimonio ci è stata trasmessa, la maggior parte è scomparsa nel corso dei secoli, perso, rubato, consunto e bruciato perché si bruciava il paramento in cattivo stato per recuperarne i metalli preziosi delle guarnizioni (oro o argento) per rivenderli agli orefici locali.

La prima testimonianza riguardante l’esistenza di paramenti liturgici ad Arola è il resoconto della visita di Carlo Bescapè, Vescovo di novarra, che il 5 settembre 1593 notava :






 
... "Acciò che anchora si possi cellebrar con paramenti convenienti secondo che ricerchino le sollennità et ceremonie di st.a chiesa, si farà una pianeda di color verde et un palio per li morti et un palio bianco"...
 
..."Per maggior mantenimento de paramenti, si farà un cardenzone o sià vestiario in sacristia"...

 
 

Pochi anni dopo, negli ordini vescovili del 1604, si chiede di provvedere, in più, due tavaglie, un piviale bianco e che si faccia un baldacchino per portare il SS. Sacramento per le strade tortuose del paese .




 
... "Si prevegga di due altre tovaglie per serviggio della SSma come (comunione) della medesima longhezza delle due che vi sono...
 
... Si faccia (..) un piviale di drappo honorevole di color biancho per le processione del SSmo sacramento et altre simile sollenità...
 
... Si facci un baldachino piccolo a guisa di parasole fodrato di drappo di seta per adoperarlo (gn)? si porta il SSmo sacro alli infermi per le strade difficile ove non si può portar il ? "...

 
 

Nel corso degli anni, delle decenni, nonostante le difficoltà finanziarie che incontra la "Fabbricieria" (lettera del 18 settembre 1796 ) per l’acquisto o il rinnovo di questi costosissimi paramenti (L. 300 imperiali ciascuna o di più), Antonio Maria Ciceri, sacerdote di Arola, descrive, nell'inventario dei beni mobili il 1° ottobre 1767, un'importante dotazione liturgica composta, in maggior parte, da ricchi ornamenti e tessuti di seta .
Sono elencate, dieci pianete di damasco di colori rossi, bianchi, verdi, morelli, ricamate con filo d'oro fino o d'argento e frange d'oro fino o falso, tre pianete nere per i defunti, ma anche un piviale di damasco rosso con fiori e pizzi d'oro fino e uno a fondo avorio laminato, della biancheria liturgica può quattro baldacchini tra cui uno portatile di damasco rosso con pizzi e frange in oro fino...
 

Ma è nell'inventario del 1930 che Ettore Lazze, sacerdote di Arola, ci rivela la straordinaria ricchezza del patrimonio liturgico della parrocchia all'inizio del XX secolo.

 

 
 
Paramenti completi :




 
1 bianco in damasco, guarnizioni oro finto
1 bianco in damasco, guarnizioni oro finto, fiori
1 rosso in damasco, guarnizioni oro fino
1 nero in damasco, guarnizioni oro finto
1 nero in damasco, guarnizioni argento finto
 
Piviali :





 
1 bianco, broccato a lamina d'argento, fiori, guarnizioni
oro fino. Pianeta, tunicella, accessori rubati nel 1920
3 bianchi in damasco, fiori, guarnizioni oro finto
1 bianco in damasco, guarnizioni in seta (usata)
1 viola pura seta con fiorellini, guarnizioni oro fino
1 verde in damasco, guarnizioni oro finto
 
Pianete :



 
1 ricchissima, fondo bianco, ricamo in oro fino, fiori, figura di San. Giovanni Battista, guarnizioni oro fino
1 di tela similoro, guarnizioni argento finto

 
 
 
 
 
 
1 rossa di drappo pesanto, fiori in oro ed in seta, guarnizioni in oro fino
1 bianca di ricco broccato, guarnito in oro fino
3 bianche di seta damascata, guarnizioni oro finto, usate
1 bianca in seta vegetale
1 rossa di raso, guarnizioni in oro finto
1 rossa di damasco guarnito in oro finto, usata
3 viola di seta e di damasco, oro finto, usata
1 viola di seta artificiale o vegetale, nuova
2 verdi, une in drappo fino, garnizioni in oro finto, l'altra di seta, garnizioni in oro finto
2 nere, una di seta vegetale, l'altra in damasco

 
 
 
 
 Baldacchini :



 
1 grande in broccato con fiori, guarnizioni in oro fino
1 piccolo in damasco rosso a quattro aste
1 rosso a sei aste

 
Segue dopo la descrizione delle stole, borse, l'elenco della biancheria, camicie, cingoli, asciugamani, tovaglioli, le coperte mortuarie, sono anche elencati cinque stendardi ricamati con figure e fregi, purtroppo di essi, oggi non vi è traccia.

Ora, i paramenti conservati nella parrocchia di San Bartolomeo de Arola risalgono, per la maggior parte, al XX secolo e derivano dal rinnovamento del patrimonio liturgico in tempi moderni e non sembrano essere di manifatture eccellenti.


Gli antichi paramenti liturgici di Arola

 
    Pianete, piviali, dalmatiche, manipoli

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    Piviali e altri

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